Ho due figli, di sedici e quattordici anni. So che può sembrare un luogo comune, ma davvero sono la mia vita. Non c’è un altro modo per dirlo. Una cosa che certamente ho fatto è stata insegnare loro i valori della vita, quelli che mio padre mi ha trasmesso, quelli che ho appreso crescendo e confrontandomi con il mondo circostante. Anche perché Roma ti offre la possibilità di confrontarti con tutto e tutti, col bene e con il più basso inferno. Poi, col lavoro che faccio, è ancora più facile.
Ho raccontato ai miei ragazzi che il mio ingresso in Polizia è stata come un’illuminazione. Dissi loro che da piccolo avevo assistito a uno scippo, che i delinquenti in motorino avevano trascinato per diversi metri una povera vecchina: da quel giorno decisi di diventare un giustiziere, di stare dalla parte della legge per aiutare i più deboli. Una storia bellissima. La verità è ben altro. Finisci la scuola in un paese del sud, e poi il pane da mangiare serve, e allora ti spulci i concorsi più delle guide per l’università.