Tag Archive for famiglia

La scrivania senza cassetti

sadnessLa prima immagine che mi viene in mente è quella di un criceto. Nella gabbia, con qualcuno che provvede al suo sostentamento, e una ruota che gli dà l’illusione di muoversi dal luogo in cui si trova. E poi quando si ferma sta sempre lì.

Così vivo io, a ventotto anni, in un monolocale di quella che una volta era periferia, e che oggi pare il centro del mondo. Mia madre vive con me, quaranta metri e un letto, un tavolo e una scrivania di quelle che hanno solo le gambe e nessun cassetto per metterci dentro l’erba, che se mia madre scoprisse che mi faccio qualche canna ogni tanto penso che le si spezzerebbe il cuore.

Parole al vento

RABBIAQuando mamma veniva a svegliarmi la mattina io stavo almeno dieci minuti a lamentarmi. Era quasi un rituale, e lei insisteva che si faceva tardi, che mi lasciava a casa, che un minuto e poi basta. Mamma era così, poca pazienza e poche parole. A pensarci oggi, quasi trent’anni dopo, la capisco pure. Tutto da sola, tutto di corsa e un capriccio continuo da parte mia. Che poi era un capriccio silenzioso. Più che altro non facevo nulla, non parlavo, non ridevo, non la coccolavo. Lei nemmeno.

Io mi ricordo

othlawNon è una cosa di oggi. Alla fine sin da quando ero piccolo mio padre mi portava al baretto. Di fatto restavo a guardare quei tavoli di legno scuro e ascoltavo monasticamente le loro imprecazioni. Sembrava che ogni carta che avevano in mano conservasse in sé una bestemmia. Ho sentito nomi di santi dimenticati e appellativi alla vergine santa che in ogni modo la etichettavano tranne che nella santità. Mamma non era contenta, eppure mi ci mandava lo stesso. Lo sapeva che era lì che imparavo le parolacce, eppure continuava a dare la colpa ad Aldo, mio cugino più grande. Diceva che aveva una brutta influenza su di me. I racconti del bar differivano molto da quelli che mi faceva Aldo. Mio cugino era più bravo a raccontare, mi teneva in tensione e mi provocava una vera e propria erezione. Tutte quelle cose che faceva con Anna, e con Francesca. Mi sembrava di vedere un film. Al bar erano poco più che fotografie, giusto qualche battuta che finiva sempre allo stesso modo e sempre con la risata generale di tutti.