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Le briciole

le-bricioleNon era così carino. Anzi, i tratti del volto mi hanno distratto per un bel po’ dai contenuti dei suoi discorsi. Se dovessi dire cosa avesse tanto da raccontare quella sera a Lucia, non metterei insieme due frasi. Tant’è che quando mi ha inviato quel messaggio su facebook, pregandomi di potermi chiedere l’amicizia, ci ho messo prima un po’ a capire chi fosse, e poi ho pure pensato che  questo eccesso di zelo fosse stucchevole. Al primo like devo dire che ho fatto caso alla foto scelta, e ci ho visto un’attenzione. Ho iniziato a pensare che non lasciasse nulla al caso. Come un fiume che finisce in una cascata eccomi a scambiare pareri, opinioni, commenti su abiti e taglio di capelli, della simpatia di Lucia e della fortuna che quella sera fossi uscita con lei. Bang! Tre ore dopo eravamo in una camera d’albergo. Di pomeriggio. Per la prima volta in un albergo a scopare.

La chimica

pistola2Me lo ricordo come se fosse ieri. Una tenerezza infinita e la capacità di trovare parole e luoghi meravigliosi. Sembrava uscito da un romanzo, non tanto per la sua bellezza, ma per quello che lasciava trapelare. Hai presente quando dici che è una questione di chimica? Ecco, un contatto anche casuale del suo braccio col mio ed erano brividi e pelle d’oca. Che se ci penso ci ho provato in tutti i modi a nasconderla questa cosa, ma lui ogni volta rideva, se ne accorgeva mi prendeva in giro. Scherzava con leggerezza. Nel giro dei primi tre mesi avevamo già fatto quattro gite, le sorprese le chiamava lui. Alla terza volta avevo preso l’abitudine di portarmi un cambio in borsa ogni volta che ci incontravamo, e anche questo fu motivo di scherzo, e di sfida per lui.

Solo una domanda

Se ci penso alla fine è stato un attimo. Un dettaglio che ai più parrebbe irrilevante. Le ho chiesto “Chi è a quest’ora?”. Niente di più sciocco, solo una domanda. E mi ha risposto facendomi un nome che non corrispondeva a quello che avevo involontariamente letto. Sai, senti il trillo sul telefono e istintivamente guardi chi è. Poi, per gioco o per abitudine fai la domanda. Ma mi ha detto un altro nome. Sempre istintivamente ho accettato la risposta con un’espressione da attore navigato e ho continuato a guardare la tv. Da quel momento in poi sono entrato in un vortice di delirio. Perché mi detto un altro nome? Scherza? Mi mette alla prova? Non mi sono più placato, avevo una sola cosa in testa, come un’ossessione. Hai presente quando dici “non ero in me”? Ecco, lo sintetizza alla perfezione.